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venerdì 2 marzo 2012

Lucio Dalla: un ricordo di un non fan...

   "Lucio era un angelo capitato sulla terra per caso e coperto di peli, parrucchini e cappelli per non farsene troppo accorgere", è il folgorante incipit che Marco Travaglio ha dedicato a Lucio Dalla, in occasione della sua morte. Forse è troppo parlare di "angelo" per Dalla, però l'attacco è splendido.
Benedetto Croce scrisse che pretendeva dalla morte soprattutto una cosa: che lo trovasse vivo. Ed il piccolo grande Lucio Dalla, crocianamente parlando, è stato assolutamente accontentato, morendo proprio all'inizio di un lungo tour europeo che gli avrebbe fatto toccare i luoghi sacri della canzone d'autore.
 In più, i cantanti - come gli attori - hanno un vantaggio che nessun altro artista (figuriamoci un comune mortale) può vantare: hanno l'immortalità derivante dalla loro Arte assicurata, più di tutti gli altri artisti. Perchè (Pasolini dixit) è proprio corretto dire che niente ci può riportare ad un periodo della nostra vita pregressa, alle nostre emozioni e passioni, come e quanto una canzone, magari anche una canzonetta. In generale e con le dovute eccezioni, non c'è libro che tenga (non parliamo di dipinti, sculture, affreschi o altre forme d'arte).

  L'eretico non è un fan sperticato di Lucio Dalla: fra i due di Banana republic, gli antepone, e di grandissima lunga, Francesco De Gregori. Però non può non riconoscere la grandezza di alcune sue canzoni, ed è dispiaciuto che in queste ore si ricordino Caruso, 4 marzo 1943, Se io fossi un angelo, e si lascino un pochino in disparte due assoluti capolavori come Anna e Marco e, ancora di più, L'anno che verrà (entrambe dell'anno aureo 1978).
Venuto dal jazz, pochi sanno che Lucio Dalla fu anche un attore, che forse avrebbe potuto avere una straordinaria carriera in quanto tale: nel 1967, con i sempre attivi e pluripremiati fratelli Taviani, ebbe una parte importante nel film I sovversivi (uno di quei film che l'eretico rivedrebbe volentieri assai: sarebbe bello restaurare la pellicola, no?).  Come hanno ricordato i due straordinari cineasti, freschi dal recentissimo Orso d'oro berlinese, Dalla - ancora del tutto sconosciuto come cantante - sfiorò letteralmente il Premio per la migliore interpretazione alla Mostra di Venezia, per quella interpretazione!

 Di Lucio Dalla, infine, piace ricordare il legame con la sua città, che lo sta infatti celebrando come dovuto. Dalla, bolognese di città (a differenza di Guccini e Morandi, per esempio), è stato mutatis mutandis ciò che Antonello Venditti è stato ed è per Roma, e De Andrè per Genova: il cantore della complessità e della bellezza della propria città. Un artista che ha saputo cogliere lo Zeitgeist, lo spirito del tempo della sua dimensione cittadina.
Quando si va a Bologna, è un delitto non pensare a certe suggestioni poetico-musicali di Lucio Dalla. Anche chi non è mai stato un suo fan sfegatato, deve riconoscerlo. Ed è un riconoscimento che si accorda molto volentieri...

6 commenti:

  1. Pensa, caro Eretico, al verso della canzone "Quale Allegria".
    " a far finta che la gara sia, arrivare in salute al gran finale"
    Ciao Lucio.

    Luca

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  2. A Lucio Dalla, giustamente, è stato fatto un funerale in Chiesa (e che Chiesa!), nonostante quella che, per la dottrina cattolica, è una condotta "disordinata"; al povero Giorgio Welby, che chiedeva solo di smettere di soffrire ed era anche cattolico, le porte di qualunque Chiesa furono sbarrate.
    Meditate, gente, meditate...
    L'eretico

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  3. Parole " sante" le tue!!!!!

    Luca

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  4. Eretico ti scandalizzi? del resto sai bene che la Chiesa sotto sotto ha molta simpatia per l'omosessualità, un pò meno per il suicidio.....

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  5. Vorrei fare notare che la basilica di San Petronio non era stata usata per un funerale dal 1996. Funerale di Giuseppe Dossetti. Come dato di pura cronaca.

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  6. SE VOLETE VENIRE IL 25.1.2014 A OSNAGO(LC) PRESSO LO SPAZIO OPERA SI TERRA L'OMAGGIO A LUCIO DALLA COMPRESO LA CENA 18 EURO ADULTI 10 BIMBI!E' UN BELLISSIMO CONCERTO DI MUSICISTI BRAVISSIMI NE VALE LA PENA!

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